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Recensione “I figli di Hurin”

L’umana lotta contro la disperazione

Buona sera! Oggi vi propongo la recensione de I figli di Hurin, lettura che ho da poco finito e che mi è piaciuta moltissimo, è tra le migliori di quest’anno 😀

Copertina de "I figli di Hurin" con accanto pugnale e drago

Titolo: I figli di Hurin

Autore: J.R.R. Tolkien

Lingua originale: inglese

Traduttrice: Caterina Ciuferri

Anno di pubblicazione: 2007

Casa editrice: Bompiani

Pagine: 340

Recensione

Quanto umanità in questo racconto di Tolkien!
I figli di Hurin racconta una delle storie narrate nel Silmarillion, quella di Turin e di sua sorella Nienor, figli di Hurin del Dor-Lomien, nonché il mio racconto preferito del Silmarillion.

Hurin è un uomo che parte quando il primo figlio, Turin, è ancora bambino per combattere contro il Vala ribelle Morgoth e da lui viene fatto prigioniero. Poiché non vuole piegarsi al volere di Morgoth, quest’ultimo lancia una maledizione sulla casa di Hurin, predicendo che qualunque cosa faranno, sarà votata al mare e si ritorcerà contro di loro e che moriranno nella disperazione.

Sebbene la storia sia già narrata del Silmarillion, la prima cosa che mi ha colpito è il grande spazio che viene lasciato al Turin bambino: si capisce il suo buon cuore e la sua intelligenza e la sua curiosità.
Per questo quando si scopre a quale destino è condannato si rimane ancora più dispiaciuti.

Un destino però che affronta con coraggio, senza abbandonarsi subito ad una facile disperazione, bensì con la convinzione che le sue azioni e le sue parole possano plasmare il destino a suo favore.

🌻

In quest’opera a lui dedicata, Turin ovviamente ha più spazio e quindi Tolkien approfondisce di più la sua caratterizzazione. Si vede bene in quali momenti l’anima del protagonista si lacera, perde un pezzo. Con il suo scetticismo sui Valar, il suo orgoglio, la convinzione di essere nel giusto, ma anche con la sua volontà di cercare tracce di bene nell’altro, è un personaggio che può ricordare molto anche alcuni giovani d’oggi.

Ciò che però ho trovato più bello di questo racconto è come l’amicizia tenti di sconfiggere l’ombra della disperazione. In questo senso Beleg e Mablung sono degli ottimi esempi.

Turin mi ha ricordato sia Aragorn sia Ulisse. Infatti, come entrambi è un erede allontanato dal suo regno e vaga per il mondo. Le sue peregrinazioni lo condurranno inizialmente nel Doriath da Thingol e Melian, poi coi fuorilegge, insieme a loro dal nano Mim, poi nel Nargothrond, poi una breve tappa a casa nel Dor-Lomien e di nuovo via fino a raggiungere il Brethil. Certo, rispetto ad Aragorn c’è anche una grande differenza: il Ramingo è Estel, la speranza, mentre Turin è la disperazione.

Come tipo di eroe mi ha ricordato quelli delle tragedie di Eschilo, in quanto gravato da una maledizione dovuta al padre (padre che però, a differenza delle tragedie eschilee, non ha colpa) e sottoposto a un destino dal quale non può sfuggire. Tuttavia so bene che in realtà Tolkien per questo eroe si è ispirato tanto al Kullervo della mitologia finnica.

E poi c’è Nienor, che cerca tenacemente un fratello che non ha mai conosciuto, ma che vuole salvo. Anche lei si mostra un personaggio coraggioso e resistente, ma colpita da quell’ironia tragica tipica della letteratura greca e che l’accomuna quindi a Edipo.

Dei personaggi ho amato molto anche Thingol, l’elfo re del Doriath, poiché in primis si affeziona genuinamente a Turin, arrivando a considerarlo suo figlio, ma soprattutto per la sua saggezza nel governare e nel prendere decisioni.

Tra i cattivi bisogna per forza menzionare Glaurung, il primo drago, drago che, come forse molti non sanno, non ha le ali, è solo un “verme gigante”, ma è potente. Col suo sguardo e col potere della parola riesce a ingannare sia Turin sia Nienor, portando così a compimento la maledizione di Morgoth.

Questo è soprattutto un libro sulla disperazione. Spesso si fa riferimento ad un’ombra che grava su Turin e Nienor, è l’ombra dell’incantesimo di Glaurung che perpetra la maledizione sui figli di Hurin. Quest’ombra è molto attuale, grava anche oggi su tutte le persone che sono preda della disperazione e il pensiero che in questa storia è tutto dovuto a delle parole, mi fa riflettere su quanto anche oggi le parole delle persone possono far ingigantire quell’ombra.

Per certi versi questo libro per me rappresenta un ossimoro: c’è la disperazione, ma è una disperazione in lotta, i protagonisti non si vogliono arrendere a questa condizione, anche se non si può dire che trasmettano speranza.

Un libro triste, ma bello per la sua intensità.

Voto: 🌻🌻🌻🌻🌻

Citazione: Accade che moltissimi insegnino e pochi imparino.

Vi ho trasmesso il mio entusiasmo in questa recensione de “I figli di Hurin”? Voi lo avete letto?

firma

4 Comments

  • Enrica Masino

    Bellissima recensione! Purtroppo non ho ancora letto nulla di questo autore, ma sicuramente inizierò presto e recupererò anche questo romanzo che dalle tue parole sembra davvero meraviglioso ❤️

    • libripervivere

      Ciao Enrica, quando si vuole iniziare con Tolkien il problema è sempre da dove XD Personalmente ti consiglierei Lo hobbit o Il signore degli anelli perchè alla fine sono quelli con cui normalmente ci si approccia. Certo, per leggere “I figli di Hurin” non è assolutamente necessario aver letto questi libri perchè tutte le altre opere di Tolkien, tra cui questa, fanno riferimento alle vicende del Silmarillion, ambientato in un’era precedente a quella degli hobbit.

  • Arwen Elfa

    Bella recensione. Vale sempre la pena leggere libri di Tolkien. Io ne ho svariati di suoi libri, sfortunatamente non tutti, sono tantissimi e negli ultimi anni ne hanno ristampati e/o tirati fuori altri. Questo che citi, in particolare non lo ho e non lo ho letto. Ma sono sicura che ha il suo perchè.
    Un saluto e serena continuazione di settimana e di autunno

    • libripervivere

      Ciao Arwen, anche a me mancano tantissimi libri di Tolkien, pian piano li sto recuperando… La storia di Turin mi aveva colpito tanto già dal SIlmarillion, quindi questo era tra quelli che mi incuriosiva di più e sono stata sodddisfatta per come Turin è stato approfondito 🙂

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