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Recensione “Il racconto d’inverno”

Il dramma che finisce in commedia

Ciao! Questa sera voglio parlarvi di un’opera teatrale che ho letto recentemente, per questo vi propongo la recensione de “Il racconto d’inverno” di Shakespeare.

libro "Il racconto d'inverno", oggetto della recensione

Titolo: Il racconto di inverno

Autore: William Shakespeare

Traduttore: Goffredo Raponi

Anno di pubblicazione: 1623

Genere: dramma

Recensione

Prendete due re amici, una donna casta, una forte gelosia e una figlia disconosciuta e avete gli ingredienti chiave de Il racconto d’inverno di Shakespeare.

Quest’opera teatrale è quello che dichiara di essere: un racconto per intrattenere e divertire in una serata invernale e su di me ha suscitato esattamente questo effetto.

La tragedia a cui assistiamo nella prima parte dell’opera è veramente poco tragica, soprattutto alla luce della seconda parte, dove si capisce che Shakespeare ha attinto tanto dalla Commedia Nuova greca.

In effetti ad un certo punto mi sono dimenticata di star leggendo un’opera shakespeariana, ma ero convinta di star leggendo una commedia di Menandro come L’arbitrato o di Plauto, visto come la commedia latina si ispira alla commedia nuova, complice anche le ambientazioni che possono essere atemporali. Unico riferimento alla contemporaneità di Shakespeare è infatti il nome di un pittore.

In quest’opera è presente l’agnizione, ossia il riconoscimento imprevedibile (per i personaggi, non certo per il lettore-spettatore) di un personaggio, topos classico del teatro greco. Il re di Sicilia Leonte fa abbandonare la figlia che crede che la moglie abbia partorito grazie al re di Boemia, ma chi l’abbandona lascia con lei dei gioielli che alla fine del dramma permetteranno di riconoscerla come figlia del re di Sicilia.

Sensazioni da Grecia Antica mi sono state trasmesse anche per l’ambientazione bucolica della seconda parte e per via del fatto che re Leonte viene definito tiranno nel senso greco del termine, ossia come colui il cui governo non è fondato su un libero patto costituzionale tra cittadini.

Un aspetto che ho particolarmente apprezzato de Il racconto d’inverno è la caratterizzazione psicologica dei personaggi, che forse ha più spazio nella prima parte. Le crisi di gelosia di re Leonte sono ben descritte, così come le analisi che su di queste fa il fedele Camillo. Leonte sembra veramente paranoico quando, solo per via del fatto che la moglie Ermione ha convinto il suo amico Polissene a restare a corte quando lui non ci è riuscito, pensa che la sua regina lo tradisca ed è quasi comico quando si immagina che tutti, vedendolo, sappiano già da prima di lui che ha le corna.

Camillo è un personaggio che ho trovato interessante e che per me è un po’ l’eroe della storia e sicuramente un personaggio positivo: corretto e onesto, mantiene sempre il suo onore anche quando viene calunniato e alla fine viene “ripagato” con un buon matrimonio.

Molto apprezzabile anche il personaggio di Paolina, donna forte che non ha paura di risultare impertinente e che mi ha richiamato alla mente le donne di commedie di Aristofane come la Lisistrata.

Naturalmente questo dramma mi ha ricordato altre opere shakesperiane, in primis Otello, per la forte gelosia del protagonista, ma anche Romeo e Giulietta non solo per l’amore contrastato, ma anche perché mentre in Romeo e Giulietta abbiamo una finta morte che risulta essere vera, qui abbiamo invece una morte creduta vera che poi si scopre essere finta.

Alla fine, posso dire che in quest’opera Shakespeare ha voluto essere Autolico, il vagabondo che compare alla festa pastorale per raccontare storie che divertono e che sono però arcinote. A differenza di Autolico però, Shakespeare non inganna il suo spettatore, Mamilio infatti dice alla madre “Per l’inverno però è meglio una favola triste”. Anche ciò che Shakespeare mette in scena è solo un racconto.

Voto: 🌻🌻🌻🌱

Citazione: Uno che è in rivolta con se stesso, vuole che lo siano tutti intorno a lui

Vi ho incuriosito con la recensione de “Il racconto d’inverno”?

4 Comments

    • libripervivere

      Concordo con te, alcune frasi sui sentimenti umani (come quella che ho riportato qui nel blog) sono lucide e attuali!

  • Enrica

    Non ho mai letto nulla di Shakespeare e ammetto che mi ha attirata poche volte. Ho sempre un po’ il timore che risulti pesante. Tuttavia questo racconto sembra davvero bello, divertente e ricco di equivoci. Appena mi deciderò a recuperare qualcosa di Shakespeare recupererò anche lui.❤️❤️

    • libripervivere

      Pesante dal punto di vista dello stile o dei contenuti? Come stile, nonostante sia un’opera teatrale, penso che la maggior parte delle opere shakesperiane abbiano una struttura piuttosto snella, tendenzialmente non ci sono i cori del teatro classico che possono appesantire un po’ il testo quando lo leggi (diverso sarebbe vederlo in scena).

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