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Recensione: “Il signore degli anelli” di Tolkien

La pietra miliare del fantasy contemporaneo

Finalmente anche io ho scoperto il motivo per cui Tolkien è molto amato: è un genio. Potrà sembrarvi una affermazione di parte, conosco persone a cui Il Signore degli Anelli o lo stile di Tolkien non è piaciuto, ma la capacità di creare un mondo in maniera così perfetta e addirittura un linguaggio, quasi come fosse un dio, deve essergli riconosciuta. Ma non si tratta solo di maestria tecnica: quando sono arrivata alla fine della trilogia ero veramente emotivamente provata e ho faticato a prendere sonno (se avete letto il libro, credo mi capirete).

In questo articolo cercherò di parlare in maniera più oggettiva, ma condividendo anche impressioni personali, dell’intera trilogia, che in realtà nelle intenzioni di Tolkien doveva essere un’opera unica.

Copertina del libro "Il signore degli anelli" di J.R.R. Tolkien.

Titolo: Il signore degli anelli

Autore: J.R.R. Tolkien

Anno di pubblicazione: 1955

Genere: epic fantasy

Pagine: 1230

Recensione:

Avendo letto Il Signore degli anelli subito dopo Lo hobbit, grazie a #ungdlperscoprirli di @sentieridineverossa e @lalibreriadicoraline, inevitabile è stato fare alcuni paragoni tra le due opere, soprattutto all’inizio.
La prima differenza che balza all’occhio è lo stile, molto più descrittivo rispetto allo Hobbit, ma che io in questa lettura a tappe mi sono gustata molto. Di conseguenza anche i capitoli sono più lunghi, sebbene non questo non sia semplicemente la conseguenza della maggior quantità di descrizioni, c’è anche una sorta di lentezza nelle azioni, almeno nella parte iniziale, prima della partenza di Frodo, che infatti non parte subito.

Venendo ai personaggi, in primis vorrei parlare di Gandalf, presente anche nello Hobbit. Gandalf è più o meno lo stesso, ma qui sembra più saggio, mentre in lo Hobbit più un mattacchione che sa fare incantesimi, anche se sempre risolutore della situazione. Tuttavia è ciò che amo do questo personaggio perché non è il classico saggio, ma c’è anche una dimensione più comica e scherzosa che emerge anche in momenti di tensione (come quello di Pipino col Palantir).
Frodo Baggins, nipote di Bilbo, è un personaggio non semplice da comprendere e da amare, pur essendo il maggior protagonista della saga. Ciò che mi ha colpito è la sua capacità di accettazione in nome di un bene per i propri cari. Frodo non vorrebbe vivere questa avventura, ma vi si imbarcherà per il bene della Contea. In più, Frodo sembra non voler coinvolgere nessuno in questa missione e se il fido Sam lo accompagna sempre, è più per testardaggine di quest’ultimo. Una grande forza d’animo quella di Frodo, anche perché non è facile sopportare il “peso” dell’anello.
Samvise “Sam” Gamgee è l’amico che tutti vorremmo, emblema della fedeltà, anche se non faccio parte del team che osanna questo personaggio. Un po’ pasticcione, sarà sempre al fianco di Frodo per supportarlo nella sua missione, anche nei momenti più difficili. Merry e Pipino sono gli altri due hobbit che partono insieme a Frodo; nei primi libri sono ben caratterizzati, ma sembrano molto personaggi di contorno, mentre ne Il ritorno del re Tolkien fa vivere a loro avventure personali in cui possono emergere nella loro interezza di personaggi.
I personaggi sono tantissimi, ma mi soffermo anche su Aragorn, coprotagonista insieme a Gandalf della saga. Aragorn non è un personaggio che sono riuscita ad apprezzare all’inizio perché lo vedevo come un sostituto di Gandalf, anche se fin da subito emergono le sue doti di guerriero, ma anche di guaritore. Dal secondo libro invece ho iniziato ad amarlo e ne Il ritorno del re le scene che lo vedono protagonista a Gondor sono tra le mie preferite.

Tra gli antagonisti menzione speciale per i Natzgul, che io ho trovato inquietantissimi fin dallo Hobbit (curiosamente però nel film non mi hanno trasmesso la stessa sensazione). L’incontro con gli Elfi subito dopo è stato anche per me, come per Sam, come un balsamo che scaccia l’inquietudine. Gli Elfi sono armoniosi, sono veramente delle creature diverse, di un altro mondo: “giovani e vecchi, felici e tristi” li descrive Sam.

Il signore degli anelli è uno dei capisaldi del fantasy, in particolare del sottogenere epic, che vede intrecciarsi le storie di molti personaggi che sono “persone normali” che dovranno vedersela con una minaccia globale, identificabile come il male, da cui la classica lotta tra Bene e Male.
Ne La compagnia dell’Anello il male sembra ancora lontano, anche se incombe. Frodo non parte subito e le varie avventure iniziali e i nemici che affrontano ricordano molto la trama di una fiaba, infatti sono presenti anche più elementi magici rispetto agli altri libri. L’epica arriva ne Le due torri, che si apre con la morte durante un combattimento di uno dei personaggi (no spoiler!), che è anche una splendida citazione alla Chanson de Roland. Ciò ci fa capire quale sarà la dimensione dominante nella storia. Guerre e combattimenti si susseguono, l’ombra del male si fa sempre di più sentire, non solo per gli scontri, ma anche per le inimicizie e le diffidenze che si creano tra personaggi che dovrebbero essere dalla stessa parte.
Ne Il ritorno del re si comprende l’universalità del male: il nemico o i suoi seguaci sono ovunque nella Terra di Mezzo, pensare di non schierarsi è un’illusione. In questo libro una delle scene che mi ha più colpito è quella dell’assedio di Gondor. Le descrizioni degli attimi all’interno della città assediata, quando tutto sembra perduto, e la crudeltà di alcuni mezzi di offensiva sono talmente verosimili e angoscianti che ci fanno comprendere quanto possano essere non lontane dalla verità, dal momento che Tolkien ha combattuto durante la Prima Guerra Mondiale. Una scena che mi ha emozionato invece è quella del “le mani del re sono mani di guaritore” che mi ha ricordato anche un argomento che al liceo mi aveva molto affascinato: la funzione del re taumaturgo nel Medioevo.
In questo libro mi sono anche “triggherata” per alcuni riferimenti culturali che un uomo colto come Tolkien non poteva non avere in mente: la profezia sull’uccisione del capo dei Natzgul ricorda quella all’uccisione di re Macbeth, mentre la scena della sentinella sulle mura di Gondor all’arrivo di Faramir ricorda la scena iniziale dell’Agamennone di Eschilo.

Il finale è bellissimo, vorrei tanto parlare del perché mi è piaciuto, anche in termini allusivo ma ho troppa paura di fare spoiler e sarebbe un vero peccato. È un finale dolce-amaro, non riesco ad essere pienamente felice per il protagonista, ma non poteva esserci un finale migliore.

Voto: 🌻🌻🌻🌻🌻

E voi avete letto Il Signore degli anelli? Qual è il vostro personaggio preferito?

9 Comments

  • Sara Sara

    Ciao! Io rientro nel gruppo di persone a cui Tolkien non piace! Ho provato a leggere Il signore degli anelli, ma è più forte di me! Credo che il problema sia proprio la storia, dato che non mi sono mai piaciuti nemmeno i film.
    Però non metto in dubbio il fatto che abbia dato vita a un mondo straordinario e l’aspetto della lingua è la parte che mi affascina maggiormente!

    • libripervivere

      Ciao Sara! Anche io ho una amica che ad esempio adora Harry Potter, ma Il signore degli anelli proprio non lo sopporta. Mi ha spiegato che è proprio il tipo di fantasy che non le piace, non tanto come Tolkien ha scritto o cosa si è inventato… infatti nemmeno a lei sono piaciuti i film , come nel tuo caso.

      • Sara Sara

        In fondo la lettura è soggettiva per fortuna! 🙂 Anche io riconosco assolutamente la bravura di Tolkien, avendolo anche studiato per un esame universitario (molto molto velocemente), però se devo leggere tutta la storia o vederla in tv proprio non ce la faccio e mi dispiace!
        Harry Potter, invece, lo adoro! 😍

    • libripervivere

      Io i film del Signore degli anelli li ho visti puntualmente dopo aver finito di leggere ogni libro. Il primo film è stato strano perché alcuni personaggi, come Sam, me li ero immaginati diversi!
      Dello Hobbit i film ancora mi mancano, ma in questi giorni vorrei vederne almeno uno…

  • LadyCooman

    Per i film dello hobbit devi partire preparata che da un certo punto in poi ci sono cose del tutto inventate altrimenti ti arrabbi e basta ma le parti in linea con l’originale sono molto carine^^

    • libripervivere

      Hai ragione, in questi giorni ho visto i primi due film, il primo mi è piaciuto molto perchè comunque dà spazio ad alcune scene che sappiamo che avvengono perchè magari vengono raccontate in altri libri, come il colloquio di Gandalf, Sauruman, Elrond e Galadriel. Il secondo film invece si distacca molto dall’originale, infatti per certi versi non sapevo cosa aspettarmi che accadesse ^^” Però diciamo che già sapevo che c’erano molte parti aggiunte e per questo non avevo avuto voglia di vederlo subito, adesso ho deciso di farlo, quindi diciamo che posso sopportarlo XD

  • Silvia FeelingBookish

    Lessi questo libro per la prima volta qualche anno fa, e sebbene mi fosse piaciuto molto non ho poi più proseguito con i successivi della serie. L’intenzione di continuare però è sempre stata presente, infatti prima della fine dell’anno vorrei riuscire a rileggere il primo volume così da avere nuovamente tutti i dettagli della trama freschi in mente per poi immergermi più a fondo nel mondo di Tolkien!

    • libripervivere

      Fai bene a rileggere anche il primo libro. Io avevo provato a leggere la trilogia lasciando passare 3 anni tra la lettura del primo libro e quella del secondo e non aveva avuto senso, non ero riuscita ad apprezzarlo e non ero andata avanti col terzo. Leggendoli uno dopo l’altro invece li ho amati!

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