Teatro

Lettrice a teatro #2 – Mangiafoco di Roberto Latini

Mangiafoco: uno spettacolo metateatrale quasi profetico

A inizio 2021 ritorno a parlare sul blog di teatro, lasciandovi la mia opinione sullo spettacolo Mangiafoco di Roberto Latini che io ho visto al teatro Piccolo di Milano nel dicembre 2019.

Perché ve ne parlo ora? Un po’ perché dopo averlo visto non ho avuto tempo di farlo, un po’ perché in questo 2021 mi chiedo se riuscirò ad andare a teatro, una mia grande passione.

Spettacolo teatrale "Mangiafoco" di Roberto Latini. Attore in scena, Pinocchio sdraiato, donna che pulisce sullo sfondo.
drammaturgia e regia Roberto Latini
luci Max Mugnai
musiche e suono Gianluca Misiti
elementi scenici Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
con Elena Bucci, Roberto Latini, Marco Manchisi, Savino Paparella, Stella Piccioni, Marco Sgrosso, Marco Vergani
coproduzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Compagnia Lombardi-Tiezzi, Fondazione Matera Basilicata 2019, Associazione Basilicata 1799 / Città delle 100 scale Festival
in collaborazione con Consorzio Teatri Uniti di Basilicata
Foto Masiar Pasquali
dal sito ufficiale

“Perchè sei venuto a mettere lo scompiglio nel mio teatro?” tuona il burattinaio Mangiafoco a Pinocchio nelle pagine di Collodi.

Questa frase si ripete più volte, quasi una voce di sottofondo, nello spettacolo Mangiafoco , un’opera meta teatrale di Roberto Latini, alla maniera di Pirandello (infatti impossibile non pensare a Sei personaggi in cerca di autore).

Musiche da teatro dei burattini, ingressi acrobatici, maschere di Topolino e balletti sono solo un pretesto, una cornice. Puntualmente si interrompono quando l’attore entra in scena e narra la sua storia, il suo percorso, ciò che lo ha spinto a diventare attore. E lo fa secondo la propria cifra distintiva.

I vari attori sono Pinocchio, che sfida il burattinaio, interrompe lo spettacolo per mettere al centro la sua storia. Non a caso i loro costumi sono di carta.

Ma Pinocchio è anche il pezzo di ghiaccio che cercano di modellare, ma che è inevitabilmente destinato a sciogliersi e svanire. Un po’ come il loro personaggio nella rappresentazione teatrale, quando cala il sipario.

Assistendo a questo spettacolo mi è sembrato di entrare quasi in maniera inopportuna nell’intimità degli attori, che sempre recitano una parte e che in questa rappresentazione invece si mettono a nudo. Ma tu ti aspettavi che avrebbero recitato. In una tale situazione, quando uno degli attori racconta che la prima volta era andato in una scuola di teatro solo per guardare e si è sentito rispondere “non c’è niente da guardare”, mi è sembrato che queste parole fossero rivolte a me.

Se penso che adesso a causa della pandemia i teatri sono stati chiusi per un lasso di tempo maggiore rispetto ad altre attività economiche e lo sono tuttora e sembra che fare l’attore non sia poi così importante, trovo questo spettacolo quasi profetico.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.