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Ci vorrebbero più Rayner Unwin

La mia opinione sulle nuove edizioni inglesi delle opere di Roald Dahl

Ciao! Torno subito sul mio blog con una riflessione perchè lunedì ho letto da Andrea di Pilgrim Regress che nel Regno Unito hanno pubblicato delle nuove edizioni di molte opere di Dahl cambiando parole o frasi con l’idea di avere un libro dal linguaggio più inclusivo e quindi più vicino alla sensibilità contemporanea. A me la decisione ha lasciato piuttosto perplessa perché ho subito pensato che si sottovalutano sia i bambini sia l’importanza del sistema educativo però, dopo aver detto la mia, sono curiosa di leggere altre opinioni.

Ma entriamo più nel dettaglio.

copertine di 3 opere di Roald Dahl: CHarlie and the chocolate factory, The witches e Matilda

La casa editrice Puffin Books (gruppo Penguin Books) e il detentore dei diritti d’autore di Dahl (Netflix, che possiede la Roald Dahl Story Company) hanno deciso di cambiare i testi di Dahl perché spesso alcune caratteristiche fisiche sono denigrate o sono associate a personaggi negativi e quindi possono suggerire ai bambini l’idea che le persone con queste caratteristiche siano cattive e da prendere in giro. Esempi di revisione riguardano l’utilizzo degli aggettivi fat o crazy o la descrizione delle streghe che viene fatta nell’omonimo libro (per vedere il testo originale e le successive modifiche di questo pezzo vi rimando al bell’articolo de Il Post e alle storie del già citato Pilgrim Regress).

Cosa ne penso?

Prendendo i singoli casi, capisco il voler cambiare fat con enormous perché il senso non cambia ed è da quando frequento le elementari che mi insegnano che fat in inglese è piuttosto dispregiativo. Certo, se alla fine il senso non cambia probabilmente chi ha voluto cambiare il testo per renderlo più inclusivo non ha raggiunto lo scopo.
Perché, diciamocelo, il “problema” sono proprio le opere di Dahl, dove abbondano personaggi eccentrici ed “eccessivi”, che però forse sono anche la chiave del successo di questi libri. Non dimentichiamoci infatti che Dahl è sempre dalla parte dei bambini, i quali vincono su adulti negativi che vengono caratterizzati attraverso dettagli enfatizzati (basti pensare alla signorina Spezzindue, della quale già solo il nome è evocativo).

Dahl ha scritto frasi sessiste, razziste e che stigmatizzano determinate persone? Sì. Purtroppo, come tutti noi, era figlio del suo tempo (ricordo che è nato nel 1916). La morale dei suoi libri manda un messaggio negativo ai bambini? Per me no.

E qua veniamo al primo dei miei dubbi: come hanno fatto gli editori a stabilire cosa un bambino percepisce di quello che legge? Nell’articolo del Post si legge che «hanno lavorato con Inclusive Minds, un’organizzazione che si occupa di inclusione e accessibilità nella letteratura per bambini». Da anni nell’editoria inglese sono infatti presenti i sensitive readers, ossia persone di vario genere, etnia, orientamento sessuale e caratteristiche fisiche che leggono i libri prima che vengano pubblicati per assicurarsi che siano rispettosi della sensibilità di tutti, minoranze incluse. Mi chiedo però: i bambini sono stati consultati? E se non i bambini, gli psicologi che si occupano di questa età? O magari inseganti ed educatori?

Altrimenti si corre il rischio che noi adulti iperprotettivi pensiamo che i bambini debbano avere una versione edulcorata e/o semplificata delle storie anche quando non è necessario (io stessa sono incappata in questo errore leggendo da adulta Le cronache di Narnia). I bambini non sono stupidi né così fragili come pensiamo e, forse, con la loro indole che li porta a porre tante domande possono superare certi adulti.

🌻🌻🌻

In ogni caso per me il problema non sta in cosa si legge, ma nel sistema educativo che circonda i bambini. Se i genitori insegnano ai figli che non c’è niente di male nell’essere fuori peso norma, proprio come non c’è niente di male nell’avere i capelli marroni o biondi, oppure la pelle chiara anziché scura, non percepiranno nulla di strano o negativo. Ci sono famiglie che hanno problemi di “discriminazione interiorizzata” e quindi non possono trasmettere questi valori, ma ci sono altri contesti educativi, in primis la scuola, dove i bambini possono apprenderli e farli propri.

Riflettendo su questa questione e ponendomi dalla parte di un bambino che appartiene al gruppo discriminato sono arrivata a chiedermi: i bambini si identificano nei personaggi che hanno le loro caratteristiche fisiche o in quelli che gli piacciono? E quindi, un bambino in sovrappeso si identifica nel personaggio grasso negativo? Capisco ci possa essere il problema, ma 1) torno a ribadire l’importanza degli interventi educativi a favore sia del soggetto discriminato sia della comunità in cui è inserito 2) credo che tendenzialmente un bambino si identifica in ciò che gli piace, altrimenti ad esempio un maschietto che ama leggere non potrebbe ritrovarsi in Matilde che è femmina.

Concludo dicendo che, come non so se ci stato un dialogo pre-pubblicazione, mi domando se ce ne sarà uno post o se si ridurrà tutto a “che bigotti, retrogradi e razzisti che siete”.

🌻🌻🌻

P.S. Se siete arrivati fin qui chiedendovi perché ci vorrebbero più Rayner Unwin e, soprattutto, chi è Rayner Unwin sappiate che era il figlio dell’editore Stanley Unwin della Allen & Unwin che recensiva i libri per bambini per suo padre. Famosa la sua recensione, all’età di 10 anni, de Lo hobbit di Tolkien, che si rivelò essere subito un best seller (sì, sono sempre la solita Tolkieniana).

Cosa pensate della questione della revisione dei testi di Dahl? Sono sinceramente interessata a tutte le opinioni, quindi non esitate a commentare!

7 Comments

  • Arwen Elfa

    Non mi pare una cosa intelligentissima e nemmeno utile. Sono basita ! Innanzitutto si tratta di libri, motivo per cui dovrebbero prenderli, a mio parere, come erano stati scritti, non modificarli con un linguaggio più adatto e più contemporaneo, cosa che non può che rovinare un libro. Motivazione data dagli editori (spinti sicuramente da associazioni di genitori) sono le seguenti (come tu hai detto) “hanno deciso di cambiare i testi di Dahl perché spesso alcune caratteristiche fisiche sono denigrate o sono associate a personaggi negativi e quindi possono suggerire ai bambini l’idea che le persone con queste caratteristiche siano cattive e da prendere in giro.” Secondariamente togliere da uno, due 100 o 1.000 libri una caratteristica fisica non significa che cessino coloro che associano a queste caratteristiche idee di denigrazione. Quindi la trovo una cosa molto inutile. Anche perchè i bambini lo sanno benissimo che queste caratteristiche fisiche non producono automaticamente una persona negativa e non credo che pensino, nemmeno lontanemanete, se bene allevati dai genitori, che sia corretto denigrarare una persona per un particolare fisico della stessa. Insomma sono più perplessa di te a riguardo. Un saluto e buona nuova settimana.

    • libripervivere

      Concordo con te, a questo punto bisognerebbe modificare tutti i libri e sarebbe assurdo… Comunque sembra che la casa editrice abbia fatto marcia indietro dicendo che venderà sia le nuove versioni che le vecchie.

  • Enrica

    Non ho davvero capito il senso di questa cosa, mi sembra solo l’ennesima fuoriuscita buonista e politicamente corretta come quelle che vanno tanto di moda negli ultimi tempi. Penso, però, che sarà anche una moda che lascerà il tempo che trova. Concordo assolutamente con te sul fatto che i bambini si identifichino in ciò che piace o che sentono affine. Da bambina mi identificativo molto in Tecna anche se non avevo i capelli corti e fucsia né gli occhi azzurro/verdi. Adesso conta sul fatto che uno dei personaggi che sento più affine a me è Ildefonso De Sventramitis dei libri di Walter Moers. Ildefonso è maschio e pure dinosauro. Non mi identifico nel suo genere e neppure nel dinosauro, ma nel suo modo di sentire e percepire le cose. È il bello delle storie di fantasia e dei personaggi di fantasia. Puoi sentirti rappresentato anche da un personaggio che, apparentemente è molto distante da te. Credo anche io che stiamo sottovalutando molto i bambini, soprattutto quelli di oggi che sono nettamente svegli.

    • libripervivere

      Vero, un aspetto che n on stavo considerando è che i bambini di oggi sono anche molto più svegli ad esempio di quelli della mia età, così come è vero che a certe tematiche sono più sensibili, ma non nel senso che rimangono feriti o offesi da certe cose, ma che hanno voglia di parlare di temi che li colpiscono (ad es. ho visto molti bambini colpiti da Blanco che spaccava i vasi e dal bacio tra Rosa Chemical e Fedez). E a quel punto sta a noi adulti spiegare ed educare.

  • Valeria

    Ho letto il post e ho sentito in TV questa notizia che mi ha letteralmente stupita, posso capire che alcuni temi potrebbero non essere adatti per dei piccoli così come non lo sono alcuni libri per adulti, ma condannare Dahl per degli aggettivi mi sembra esagerato. Sono convinta che spiegando ai bambini che la differenza non è un demerito, ma un lato umano che ci rende unici, loro capirebbero. I bambini oggi sono molto svegli, come avete scritto giustamente, e in grado di capire molto di più rispetto a quando ero bambina io.
    Sentivo dire ieri in TV che stanno pensando di modificare altre letture per bambini, la mia paura è che si voglia iniziare dai bambini per poi edulcorare e modificare le letture per gli adulti. Inizierebbe un processo di modifiche culturali che potrebbe portare a situazioni tipo Il grande fratello di Orwell. Si inizia piano piano e senza accorgersene si mofifica il pensiero secondo le idee dell’establishment governativo. È il principio della rana bollita, basta,cercare sul web e potrete leggere di cosa si tratta.

    • libripervivere

      Ciao Valeria, non avevo sentito le notizie su altri libri per bambini, ma comunque concordo con te sulla paura di una omogenizzazione dei libri. Io sono favorevole ai sensitive reader se effettivamente chi scrive vuole essere attento alla sensibilità di tutti e ha bisogno di riscontri oggettivi perchè da solo potrebbe essere vittima di bias, però se un autore oggi volesse scrivere un libro dissacrante, non dovrebbe essere osteggiato in questo in nome di una (presunta?) maggior sensibilità dei bambini a certe tematiche.

  • Citu

    Gracias por la reseña. Tomo nota. Genial look. Gracias por preocuparte de mi salud. Ya estoy mejor. Muy pronto publicaré de nuevo. Te mando un beso.

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