Minetti. Ritratto di un artsta da vecchio
Teatro

Lettrice a teatro “Minetti. Ritratto di un artista da vecchio”

Uno spettacolo per imparare a lasciarsi ferire

Buonasera lettrici e lettori del blog! Oggi per Lettrice a teatro vi propongo la mia personalissima recensione di “Minetti. Ritratto di un artista da vecchio” che ho visto al Teatro Piccolo lo scorso 24 gennaio.

Lettrice a teatro "Minetti. Ritratto di un artista da vecchio"
Recensione

“Minetti. Ritratto di un artista da vecchio” di Thomas Bernhard è stato uno spettacolo per me illuminante.

Vegetiamo in un mondo che è diventato incapace di ferirsi a morte” è la frase che più mi ha colpito e che rappresenta per me l’essenza dello spettacolo.

Oggigiorno infatti è difficile trovare qualcosa che ci ferisca profondamente, anzi, non vogliamo essere feriti. Addirittura, non mostriamo più il nostro volto, indossando maschere per nascondere la nostra fragilità. Ma la catastrofe può far rivivere e il fatto di riuscire a rialzarsi è l’indice di un animo grande.

Ciò che ha ferito a morte Minetti è il teatro classico e, in particolare, il re Lear. Per recitare nuovamente quest’opera dopo 30 anni che non sale su un palcoscenico è giunto in un anonimo hotel di Ostenda la sera del 31 dicembre. Ma il direttore del teatro che lo ha convocato sembra non arrivare mai e nell’attesa racconta la sua carriera da attore alle poche persone che si fermano nella hall.

Dopo un successo citato da tanti giornali è stato nominato direttore del teatro, ma uno scandalo – una incomprensione, secondo lui – ha allontanato l’attore dalle scene per 30 anni. Eppure ogni mese Minetti davanti allo specchio ha recitato Re Lear, perché l’amore per il teatro è un punto di non ritorno.

Il solliloquio è a tratti interotto da uomini con teste di coniglio che irrompono sul palco ridendo e bevendo. Sono gli altri, a cui spesso allude Minetti, quelli che indossano la maschera solo per fingere e non per vocazione.

Quest’opera è sicuramente meno pessimista di altre opere di Bernhard, come Piazza degli eroi, che avevo visto sempre al Piccolo Teatro e di cui vi avevo parlato qui, infatti c’è ampio spazio per i sentimenti, sentimenti che non portano a disprezzare l’uomo e l’artista, che non un illuso o un povero diavolo, ma una persona che, folgorata da una passione, ha perseverato anche dopo la caduta perché ciò che ti ferisce profondamente lascia cicatrici che solo i grandi uomini sanno portare. E alla fine ciò che è importante sapere è che “l’arte regredisce quando l’artista cede”.

Glauco Mauri, sotto la guida del regista Andrea Baracco è un perfetto Minetti. 93 anni, ha dedicato la sua vita quasi solo al teatro, comparendo infatti pochissimo sul grande e piccolo schermo, e ha recitato anche lui il re Lear. 

Ovunque ci volgiamo, non vediamo altro che meccanismi per divertire, e invece il mondo ha bisogno di precipitare a capofitto nell’opera d’arte, affinché l’ottusità venga cancellata dalla forza dello spirito

Minetti. Ritratto di un artista da vecchio

Vi ha incuriosito la mia recensione di “Minetti. Ritratto di un artista da vecchio” ? Fatemelo sapere nei commenti (e volendo potete leggere l’opera di Bernhard 😉)

firma libri per vivere

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