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Recensione: “Fairy Oak- La storia perduta” di Elisabetta Gnone

Una nuova avventura a Fairy Oak tra passato e presente

Comprato appena uscito ad ottobre, con tanto di autografo con ex libris di Elisabetta Gnone, perchè Fairy Oak è stato un libro importante nella mia infanzia, ma letto solo a dicembre, circondata dalla magia del Natale, ecco la mia recensione di Fairy Oak- La storia perduta 🙂

Foto del libro "Fairy Oak- La storia perduta" di Elisabetta Gnone con fiori, libri e spago.

Titolo: Fairy Oak – La storia perduta

Autrice: Elisabetta Gnone

Lingua originale: Italiano

Anno di pubblicazione: 2020

Casa editrice: Salani

Genere: Fantasy

Pagine: 388

Recensione:

Quando Elisabetta Gnone ha annunciato che avrebbe scritto dopo 15 anni una nuova avventura ambientata a Fairy Oak avevo grosse aspettative, ma anche una paura: a 23 anni avrei amato allo stesso modo il villaggio che tanto mi aveva fatto sognare tra gli 8 e i 13 anni?

Iniziando a leggere le prime pagine il mio dubbio è evaporato: quando le ormai vecchie Vaniglia e Pervinca hanno iniziato a raccontare dell’anno della balena mi sono sentita trasportata, come 15 anni fa, nell’incantevole villaggio della valle di Verdepiano. Tuttavia, proseguendo la lettura ho iniziato a comprendere meglio il mio ritrovarmi a Fairy Oak: avevo ritrovato i personaggi che tanto avevo amato, ma non il villaggio stesso, che mi è parso mutato, sia per alcune dinamiche sia per l’emergere di nuovi luoghi, come il cimitero o la casa dei Downy Rose, che mi hanno dato un senso di spaesamento.

In una cosa però sicuramente non sono stata delusa: prima dell’uscita del libro avevo sentito persone preoccupate per la possibilità di rovinare una saga ben finita. Io però ero sicura che sarebbe stata una bella ripresa perché già con i 4 misteri la Gnone aveva trovato un ottimo espediente per parlare di Fairy Oak senza resuscitare nemici o fare strane distorsioni. Anche con La storia perduta la scrittrice ha trovato un mezzo convincente per riprendere a parlare di Fairy Oak: l’album dei ricordi che Vaniglia si mette a riordinare quando viene a trovarla la gemella Pervinca.

Come in ogni libro di Fairy Oak, la Gnone parla di temi importanti e difficili per i più piccoli attraverso storie in cui si possono immedesimare. In La storia perduta la protagonista indiscussa è infatti la Storia: tutto inizia con un professore di storia estremamente noioso che non fa appassionare i ragazzi alla materia. Quando viene sostituto, la nuova venuta propone alla classe una sfida: ricostruire la storia della fondazione di Fairy Oak, sulla quale circolano versioni diverse. Il vincitore sarà nominato Storico fra gli storici e dovrà essere tenuto in gran rispetto da tutti. In questa ricerca i ragazzi si imbattono in una storia a confine tra realtà e leggenda, quella della Filarina e di Ancora, e di una presunta balena che ogni 200 anni viene vista nel mare che bagna Fairy Oak.

E così i giovani abitanti di Fairy Oak apprendono l’importanza, ma anche il fascino della Storia, che permette di ricostruire le proprie origini e quindi capire chi siamo perché il passato contiene sempre i semi dell’oggi.

Ma c’è di più: l’importanza di ricostruire la verità, ma anche la sua difficoltà e quando versioni non coincidono non è necessariamente per mala fede, ma perché ognuno di noi ha un punto di osservazione e una sensibilità diversa e quindi racconta in modo differente ciò che vive e ciò che sa.

Le radici dei popoli sono come le radici degli alberi: consolidano il terreno per le generazioni future. E ogni storia perduta, o dimenticata, può contenere molte verità.

La sottotrama del cane dei Downy Rose ha permesso di veicolare un altro messaggio: la cura degli animali, che non sono oggetti, ma provano sentimenti come le persone.

Inoltre, credo che i giovani di Fairy Oak abbiano imparato dalla storia del loro villaggio che l’unione fa la forza ed è una frase non solo proverbiale, ma che tutti dovremmo mettere in pratica.

Ci sono alcune sbavature rispetto ai libri precedenti che nel complesso però non mi hanno dato tanto fastidio, mentre ciò che mi ha lasciato più perplessa è il linguaggio usato dalla scrittrice in alcuni punti. Espressioni come “venire già mangiati” (seppure virgolettata) e parole di derivazione dialettale come “gnucca” mi sono sembrati fuori luogo a Fairy Oak. Sotto questo punto di vista però l’autrice ha detto che sta ricorreggendo il libro, anche perché l’ha scritto di getto e non ha avuto tempo di rivederlo molto prima della pubblicazione.

È un libro che può essere letto anche da coloro che non hanno letto la trilogia e i 4 misteri, tuttavia a coloro che invece li hanno letti vorrei dire che il narratore non è più Felì: l’amata fata-tata narrerà solo una parte della storia, le altre sono narrate per lo più da Vaniglia o da Pervinca e devo dire che questo in alcuni momenti mi ha confuso.

È una lettura che, nonostante il voto numerico, vi consiglio. Infatti, ho amato questa avventura di Vaniglia, Pervinca, Flox, Grisam e tutta la banda del Capitano (con qualche new entry!) e ho letto gli ultimi 8 capitoli senza riuscire a fermarmi, nonostante fosse notte fonda (chissà perché quando dico di essere una Strega della Luce nessuno mi crede…) perché volevo subito sapere come si sarebbe conclusa la vicenda.

Voto: 🌻🌻🌻

Citazione: “E quando saprò d’aver trovato la verità?” “Forse non lo saprai mai con assoluta certezza. Diciamo che tanto più ti sembrerà sensato ed equilibrato quello che troverai, tanto più sarà possibile che sia vero. La verità sta nel mezzo, non si dice così?”

Voi lo avete letto? Vi incuriosisce?

Vi lascio le recensioni dei libri della trilogia, che sono anche le prime 3 recensioni pubblicate su questo blog!

Il segreto delle gemelle (Fairy Oak #1)

L’incanto del buio (Fairy Oak #2)

Il potere della luce (Fairy Oak #3)

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