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Recensione “Il mago di Oz”

Nessun posto è come casa

Buona domenica! Ricompaio sul mio blog con la recensione de Il mago di Oz dopo una lunga assenza estiva così composta: niente letture perchè ero in viaggio in compagnia (unica eccezione: i voli), tante letture a settembre quando ho ripreso la mia vita quotidiana.

Questa estate ho fatto quasi solo letture per libriinfondoamar, una sfida a tappe con tanto di mappa del tesoro per smaltire i libri inabissati nella mia libreria. Il mago di Oz è il comfort book che ho scelto per la prima tappa, Terraferma, e si è rivelato una lettura molto piacevole, per cui vi lascio alla mia recensione 🙂

Titolo: Il mago di Oz

Titolo originale: The wonderful wizard of Oz

Autore: Frank Lyman Baum
Anno di pubblicazione: 1900
Casa editrice: Crescere Edizioni
Pagine: 125

Recensione

La trama de Il mago di Oz è probabilmente arcinota: un uragano trasporta la casa di una bambina di nome Dorothy, che vive nel Kansas con gli zii, nel mondo di Oz. Atterrando, uccide con la casa la perfida strega dell’Est con grande riconoscenza degli abitanti del luogo, che però non possono aiutarla a tornare nel Kansas. L’unica via è andare dal mago di Oz, l’unico così potente da poter esaudire il suo desiderio. Sulla strada incontrerà uno spaventapasseri, un taglialegna di latta e un leone che si uniranno a lei, spinti ognuno da un desiderio: avere un cervello, avere un cuore e avere un po’ di coraggio.

Il romanzo ricalca quindi il tipico viaggio dell’eroe, con prove da superare e oggetti magici raccolti lungo il viaggio, ma c’è una particolarità che ho molto apprezzato: la nostra eroina Dorothy è un’eroina involontaria. Per caso (qui non si può nemmeno parlare di serendipità) infatti riesce ad uccidere le due terribili streghe che incutevano timore nel mondo di Oz: la strega dell’Est e la strega dell’Ovest.

Baum non voleva scrivere una fiaba alla fratelli Grimm, con una forte componente moralistica, eppure sono tantissimi i piccoli insegnamenti che si possono trarre da questo libro: l’apparenza non conta e se si guarda dentro di sè si possono trovare risorse inaspettate. E ancora: la determinazione e la fiducia sono la vera magia che permette di realizzare i propri sogni.
Non una fiaba moralista, ma una fiaba che meravigli è il motto di Baum e, anche sotto questo punto di vista, è riuscito nell’intento: scimmie volanti e città di porcellana sono solo alcune delle strane creature che Dorothy incontrerà durante il viaggio.

Non manca una certa satira che Baum fa alla società del suo tempo: la strega del Nord definisce il Kansas un luogo civilizzato, al contrario del mondo di Oz, ma lo spaventapasseri dirà:

Ma se voi gente in carne ed ossa aveste la testa piena di paglia come me, io credo che abitereste tutti in posti bellissimi e il Kansas sarebbe completamente deserto. Be’, è una bella fortuna per il Kansas che tanta gente abbia del cervello.

Il mago di Oz, Frank L. Baum

Inoltre si vede che chi ha potere imbroglia o schiavizza, e quindi perfino un uomo di paglia può essere un miglior governatore.

Del libro mi è piaciuta soprattutto la prima metà, in cui vediamo Dorothy e i suoi compagni di avventura in cammino per raggiungere la città di Smeraldo, dove vive il mago di Oz. Il viaggio infatti mette in mostra che ciò che i tre amici di Dorothy vorrebbero chiedere al mago già lo hanno. Tutto ciò viene evidenziato in una maniera semplice, ma che riempie il cuore e che infatti mi ha ricordato un’altra opera di questo autore: Vita e avventure di Babbo Natale (di cui vi ho parlato qui).

Al mio apprezzamento del libro ha contribuito anche il tratto saliente del personaggio di Dorothy: l’unica cosa che veramente conta per la bambina è tornare a casa nel Kansas. Una casa che, pur con la sua noia e con la monotonia delle sue pianure grigie, è comunque casa.

Voto: 🌻🌻🌻🌱

Citazione: Voi che lo possedete, un cuore – diceva – avete qualcosa che vi guida a non compiere cose sbagliate; ma io non ho un cuore e devo stare molto attento.

Voi avete letto Il mago di Oz? Come sono andate le vostre letture estive? Vi leggo con piacere nei commenti!

4 Comments

  • Lyra

    Io l’ho letto un po’ di anni fa e mi è piaciuto davvero tanto! Mi è piaciuta proprio la sua (apparente) leggerezza, il suo essere una fiaba che non vuole dare grandi insegnamenti di morale ma soprattutto divertire. Mi ha fatto specie scoprire che l’autore cercava da tempo di sfondare a Broadway e c’è riuscito proprio con la versione musical di questa storia che raccontava ai suoi bambini!

    • libripervivere

      Ciao Lyra, concordo con te, la leggerezza di questo romanzo è solo apparente! La storia di Frank L. Baum è interessante, quasi quasi potrei raccontarla in uno dei miei prossimi “scrittore del mese”…

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