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Recensione “Marina”

Un’avventura nella Barcellona gotica

Ciao! Oggi vi propongo la recensione di Marina di Zafón, mio primo approccio allo scrittore spagnolo che mi ha lasciato un po’ dubbiosa.

Recensione "Marina"

Titolo: Marina
Autore: Carlos Ruiz Zafón
Traduttore: Bruno Arpaia
Anno di pubblicazione: 1999 (Italia: 2009)
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 308

Recensione

Marina è un mattoncino che all’inizio ha faticato a coinvolgermi e la sua mole mi invogliava poco a prendere in mano il libro per continuarlo. Tuttavia, non posso negare che arrivata ad un certo punto, la storia mi ha catturato e mi ha portato a finire rapidamente il libro.
Un vantaggio infatti è che, come in tutti i gialli, se c’è un mistero, tu vuoi arrivare alla fine affinché venga svelato.

La storia, che vede coinvolti per caso due giovani, Marina e Oscar, è ambientata in una Barcellona gotica che ho molto apprezzato.
Mi ha colpito la modalità in cui Zafon ha scelto di parlare della morte come evento inaccettabile che porta alla pazzia, ma ciò che mi è piaciuto di più è la storia di Oscar e Marina, come si sviluppa la loro relazione, a prescindere dell’avventura che vivono.

Oscar è un ragazzo che studia in un collegio religioso di Barcellona e che ama girovagare per la città. Per caso si imbatte nella misteriosa casa di Marina, dalla quale rimane attratto. Questo è l’inizio della conoscenza dei due amici e sebbene Oscar sia un personaggio un po’ impacciato e anche molto razionale, messo alle strette dai fatti diventa molto curioso e intraprendente.

Marina, che dà il nome al libro, è un personaggio un po’ più passivo nell’avventura soprannaturale narrata da Zafon, tuttavia è lei che innesca il tutto. È lei a portare l’amico nel cimitero e a indicargli la dama nera che si reca sempre a portare un fiore rosso su una tomba anonima.
La ragazza dimostra fin dalla sua prima apparizione di avere un bel caratterino, in più sa parlare meglio di Oscar e sa farsi, e quindi porre, le giuste domande ed è capace anche di dare risposte. Tuttavia il suo carattere cela anche una fragilità e una sorta di egoismo che la rende molto vicina al lettore.

Una menzione se la merita anche German, il padre di Marina, un pittore che vive di ricordi e infatti sembra un personaggio dell’Ottocento, anche se si rivela molto dolce. Bellissima poi l’intesa che ha con la figlia e anche come riesce ad affezionarsi a Oscar.

In generale, ho trovato molto più bello ciò che è umano in questa storia rispetto a ciò che è soprannaturale.

Quello che non mi ha convinto è come Zafon ha inserito gli attori nella sua trama: sembra che i personaggi secondari siano solo in attesa dell’arrivo dei protagonisti per iniziare a raccontare la loro storia, quasi fossero degli automi. Infatti ciò che rende poco credibile il tutto è che Oscar e Marina non
hanno ostacoli nel ricostruire la verità, tutti alla fine dicono loro quello che sanno
(anche se in alcuni casi non tutto), non hanno porte sbarrate e in certi casi invece sarebbe più che lecito che persone che hanno tenuto nascosta la loro storia per anni non la vadano a raccontare ai primi due ragazzi che passano di là.

Un aspetto che da un lato mi ha stupito e mi ha fatto apprezzare quel pezzo, dall’altro mi ha mandato in crisi perché ha confuso il parere che avevo fino a quel momento formulato è la parte finale del libro.
Il romanzo infatti non si conclude con l’avventura soprannaturale di Oscar e Marina e questo pezzo l’ho apprezzato molto, così come ho apprezzato scoprire che il motivo per cui Oscar all’inizio del libro non era quello che pensavo.

Nel complesso posso dire che si capisce che Zafón si è divertito a costruire questa trama, ma l’impressione è che sia un romanzo un po’ acerbo.

Voto: 🌻🌻🌱
Citazione: Custodisco le sue parole e i suoi consigli sotto chiave, nello scrigno della memoria, sapendo che prima o poi serviranno ad afrotnare le mie paure e i miei dubbi.

Concordate con la mia recensione di “Marina”? Oppure a voi il libro ha convinto molto?

firma libri per vivere

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