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Recensione “La fiaba nucleare dell’uomo bambino”

Tra folklore e progresso il destino di un bambino kazako

Buona sera a tutti e ben ritrovati con una nuova recensione: “La fiaba nucleare dell’uomo bambino” di Hamid Ismailov, che ho ascoltato in formato audiolibro su Storytel.

Foto dell'audiolibro oggetto di recensione "La fiaba nucleare dell'uomo bambino".
Il cellulare si trova nella tasca di una gonna nera, fuoriescono dalla tasca anche gli auricolari. Accanto ci sono 3 candele spente.

Titolo: La fiaba nucleare dell’uomo bambino

Autore: Hamid Ismailov

Traduttore: Nadia Cigognini

Casa editrice: Utopia editore

Anno di pubblicazione: 2021

Pagine: 128

Recensione

Eržan, prodigio nel suonare il violino, è un ventisettenne nel corpo di un undicenne. La sua storia, che, mischiata a miti e storie antiche, assume i toni di una fiaba, viene raccontata al nostro narratore durante un viaggio in treno per il Kazakistan. Conosciamo la sua famiglia e quella di Ajsulu, le uniche due che vivono, come una grande famiglia, vicino alla stazione di un paesino della steppa, e ci immergiamo nella loro quotidianità. Una quotidianità fatta di tradizioni popolari, come il montone da sacrificare per ottenere la guarigione, e di progresso, con l’obiettivo di “superare l’America”, come dice sempre lo zio di Eržan. Il protagonista infatti vive vicino alla Zona, dove vengono fatti continui esperimenti nucleari.

Ascoltando l’audiolibro, mi sono immedesimata nel narratore che durante un viaggio si mette ad ascoltare la storia di Eržan. Anche io come il narratore cercavo di immaginarmi come la storia sarebbe finita mentre l’ascoltavo, e come il narratore, non saprò mai la verità.

O meglio, la verità alla fine è che la nostra vita è un racconto, un frammento cristallizzato di una storia più grande, iniziata nelle epoche del mito, e l’esempio di Eržan, adulto nel corpo di un bambino, lo dimostra.

L’ambientazione del romanzo, con la steppa onnipresente, che ho sempre immaginato monotona e noiosa, mi ha piacevolmente colpito, le descrizioni dei colori sono rimaste molto impresse nella mia mente, per questo lo consiglio a chi vuole scoprire il Kazakistan.

Le mie impressioni

Come vi accennavo, la realtà si mescola al folklore e mi è piaciuto tantissimo vedere come la fiaba mongola che la nonna di Eržan gli raccontava da bambino si rispecchiasse nella storia di Eržan, o meglio, come lui cercasse questa corrispondenza.

Procedendo verso la conclusione del libro però ho percepito un’eccessiva lunghezza, il romanzo diventa più onirico e l’immaginazione del narratore si confonde con la realtà. Tuttavia il problema non è questo: la storia del mutismo della madre di Eržan mi è sembrata non necessaria (o almeno, non era necessario indugiare così tanto su questo aspetto), anche se serve a regalare una nuova consapevolezza sul suo destino al protagonista.

Voto: 🌻🌻🌻

Citazione: Che cosa avevo scoperto di me stesso e del mio destino specchiandomi in lui?

Vi ho incuriosito con la mia recensione de “La fiaba nucleare dell’uomo bambino”? Lo leggereste?

Fatemelo sapere nei commenti 🙂

firma "Libri per vivere"

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