Recensioni

Recensione “Il viaggio dell’elefante” di Saramago

Ciao lettrici e lettori! Questa sera vi parlo della recensione de Il viaggio dell’elefante di Saramago, un libro ironico che ho amato moltissimo, anche se ho letto a rilento.

"Il viaggio dell'elefante" di Saramago

Titolo: Il viaggio dell’elefante

Autore: Josè Saramago

Lingua originale: portoghese

Traduttore: Rita Desti

Casa editrice: Einaudi

Anno di pubblicazione: 2009 (originale 2008)

Pagine: 202

Recensione

Siamo nel ‘500 e un elefante di nome Salomone viene regalato dal sovrano del Portogallo all’Arciduca d’Austria. Per recapitare il dono e assicurarsi che arrivi a destinazione sano e salvo viene organizzato un viaggio dove Salomone e il suo cornac Subrho vengono scortati dall’esercito portoghese.
Il viaggio dunque è la costante della narrazione e ciò che me lo ha fatto amare è l’ironia che Saramago usa sia nel narrare i fatti sia nel commentarli con il lettore.

È un romanzo che contiene una spietata critica a qualunque tipo di potere: da quello monarchico a quello religioso, passando per quello militare, analizzati sotto molteplici aspetti.
In parte connessa a questo, c’è anche una critica alle apparenze: quando gli uomini vedono arrivare l’elefante montato da Subhro sono molto più curiosi di questo che non dell’arrivo dell’Arciduca.

Del resto, ciò che trionfa in questa storia sono i sentimenti sinceri, profondi e spontanei, che nascono tra gli uomini dopo una lunga conoscenza, ma anche tra gli animali. Salomone infatti darà più volte prova della sua sensibilità e delicatezza. Un personaggio che non si può non amare anche perché, per quanto possa sembrare strano, avrà una sua evoluzione psicologica nel corso del racconto. Infatti inizialmente è un animale pigro e viziato, ma poi si dimostrerà empatico e resistente.

Protagonista insieme a Salomone è  Subhro, il cormac indiano che monta e si prende cura dell’elefante. Intelligente, sagace e un po’ furbo inizialmente è lui la vera guida del viaggio. Una volta raggiunto l’Arciduca  però viene svelato un tratto più fragile che ho apprezzato molto: il desiderio di essere accettato e di fare pace.



Da Lisbona, a Valladolid e poi soprattutto nel minuzioso resoconto delle tappe italiane da Genova, a Padova, a Trento e poi Bolzano e i valichi delle Alpi fino a Vienna, Saramago ci regala descrizioni che fanno sognare, ma anche sorridere perché condite sempre di quell’ironia che è la cifra stilistica di questo romanzo. Per esempio a Bressanone scrive:

E’ naturale che a qualcuno sembri strano che una locanda situata in territorio italiano abbia un nome tedesco, ma la cosa è spiegabile se pensiamo che la maggior parte degli ospiti che la frequentano sono in effetti austriaci e tedeschi ai quali piace sentirsi come a casa propria.

Verso la fine si assiste anche a una sorta di sfondamento della quarta parete, quando l’autore si mette a dire al lettore perché non può descrivere l’attraversamento di un valico, che mi ha mandato in visibilio dopo aver già letto un milione di parole che avevo amato.




Le mie impressioni

Già dalla recensione ho lasciato molto parlare le mie emozioni nei confronti di questo libro, che ho amato tantissimo perché avrei voluto sottolineare quasi ogni considerazione ironica e pungente.
Eppure non l’ho amato solo per l’ironia, ma anche per la grande lezione di umanità che traspare dal romanzo.
In più trovo che il particolare stile di Saramago, che utilizza poco la punteggiatura e non usa le maiuscole per i nomi propri, ma solo dopo il punto e quando inizia un dialogo, renda il tutto ancora più ironico perché sminuisce e demitizza figure come quelle dei re con i loro regni.

Si tratta sicuramente di un’opera minore di Saramago, ma ve la consiglio anche perché credo che abbia un tipo di trama meno drammatica che permette all’autore di osare di più.

Voto: 🌻🌻🌻🌻🌻

Citazione: Il passato è un’immensa pietraia che tanti vorrebbero percorrere come se si trattasse di un’autostrada, mentre altri, pazientemente vanno di sasso in sasso, e li sollevano, perché hanno bisogno di sapere che cosa c’è sotto.

Vi ha incuriosito questa recensione de “Il viaggio dell’elefante” di Saramago?

6 Comments

  • Anna

    Che bello, adoro gli elefanti…mi sembra una storia molto affascinante! Mi rimane la curiosità di scoprire perché lo scrittore non può descrivere il passaggio del valico…
    @anna_bookfantasy

    • libripervivere

      Ciao Anna, sono contenta di averti incuriosito! Saramago non può descrivere il passaggio del valico perchè lui, come persona, non lo ha mai fatto… e dice che solo i personaggi della sua storia, che “davvero” hanno attraversato quel valico, saprebbero descriverlo… adoro questa dissociazione tra lui e i suoi personaggi e tra l’altro nel far questo dice una cosa molto vera!

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.