Recensione: “Ragazzo, uomo e nemo” di Damiano Dario Ghiglini
Buongiorno a tutti!
Oggi vi parlo di un libro, gentilmente inviatomi dall’autore (come vi raccontavo qui), il cui il protagonista fa molteplici viaggi che lo porteranno alla scoperta di se stesso.
Titolo: Ragazzo, uomo e nemo
Autore: Damiano Dario Ghiglino
Lingua originale: Italiano
Anno di pubblicazione: 2020
Casa editrice: autopubblicato
Genere: narrativa lgbt
Pagine: 109
Parola associata: circonferenza
Recensione
La parola che associo a questo libro è circonferenza, che per Jung è l’archetipo del Sé. E quello che viene narrato nelle pagine di Ragazzo, Uomo e nemo di Damiano Dario Ghiglini potrei riassumerlo come un viaggio alla scoperta di sé, ma non vorrei dare un’idea fuorviante del libro. Infatti alla fine del racconto il protagonista scopre se stesso, ma non è il motivo del suo viaggio.
Eric a 18 anni parte per andare a vivere in Germania con un ragazzo che ha conosciuto su una chat. La storia non va a buon fine e lui vorrebbe tornare a casa, ma quando rivela alla madre di essere gay, questa lo rifiuta.
Solo, con la sua valigia rossa, deve trovare un modo per vivere. Tra alti e bassi, si muoverà tra Rotterdam, Parigi, Fes, Amsterdam e Manila, conoscendo diversi uomini, che amerà intensamente o disprezzerà oppure ne rimarrà semplicemente attratto.
Eppure la sua storia la racconterà a una donna, Iryna, tra le pochissime figure femminili del libro, che in un certo senso è una alter ego del protagonista. Infatti anche lei ha abbandonato la famiglia, per costruirsi un futuro in Italia.
Eric è un personaggio inquieto e proprio questa inquietudine si trasforma spesso in una spinta per abbandonare una situazione di insofferenza. In questo senso, pur con le sue incertezze, si dimostra un personaggio forte e coraggioso.
La struttura narrativa non è semplice, all’inizio avevo paura che avrei fatto una grande confusione, anche se poi si è rivelato tutto chiaro. Infatti c’è qualche capitolo con un narratore esterno, capitoli con la vita di Eric e quelli in cui Eric racconta la sua storia a Iryna.
Le mie impressioni
L’autore mi ha fatto vivere i colori, le atmosfere dei luoghi visitati: Parigi, Fes, Amsterdam, Manila… credo che poche volte li abbia sentiti così vivi come adesso. Proprio perché ho “vissuto i luoghi”, ho apprezzato questo libro.
Lo stile fin dalle prime pagine è quasi poetico e mi ha colpito, mentre sul finale diventa più criptico e filosofico.
Ma se il nostro protagonista zigzaga di qua e di là come una trottola impazzita, perché ho scelto la parola circonferenza per questo libro?
Perché Eric, una volta raccontata la sua storia a Iryna, capirà che per trovare se stessi c’è bisogno di riconoscere le proprie radici.
L’itinerario è sempre una circonferenza, un continuo ritornare alle origini.
Trovarsi. Lasciarsi andare e perdersi.
Ritrovarsi.
Voto: 🌻🌻🌻🌻
Citazione: I pensieri sono meglio delle parole. Non sono silenzio, ma ne portano il rispetto. Sono più discreti, meno invadenti. Meglio così. Una parola di troppo è in grado di denudare un’anima.